Aldous Huxley e Bates

Da una prefazione del libro di Aldous Huxley “Il mondo nuovo” (1932):”Huxley si iscrive a Eton con l’intenzione di diventare medico, ma appena iniziati gli studi, contrae una grave forma di cheratite e, nel giro di pochi mesi, perde quasi completamente la vista. A causa della malattia lo scrittore impara a leggere libri e spartiti musicali in Braille e a scrivere a macchina, ma è costretto a continuare gli studi con precettori privati. Tuttavia il sogno di una brillante carriera scientifica è svanito per sempre e Huxley decide di dedicarsi allo studio della letteratura inglese e della filologia. A vent’anni, grazie a una lente di ingrandimento riesce a recuperare l’uso di un occhio e può iscriversi al Balliol College di Oxford, dove si laurea nel 1915….Nel ’34 e nel ’35 Huxley inizia una serie di viaggi in Centroamerica e negli Stati Uniti. Qui, nel 1937, entra in contatto con l’équipe medica del dottor Bates di New York, che finalmente cura in modo efficace la sua malattia alla cornea. Per poter continuare questa terapia nel modo migliore, si trasferisce nel Sud della California e ottiene un recupero quasi totale della vista.
Nel marzo del 1942 gli Huxley si trasferiscono a Llano, in California, dove Aldous lavora al volume “L’arte di vedere”, un vero e proprio gesto di gratitudine nei confronti dell’oculista che l’ha curato.”

Il testo originale del Dr. W. H. Bates. Vista perfetta senza occhiali

Il metodo Bates per una VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI

Vista perfetta senza occhialiQuesto libro, universalmente conosciuto come “Vista perfetta senza occhiali” nasce dagli studi e dalle intuizioni del Dr. William H. Bates.
Vedere bene non dipende solamente dalla mera capacità di leggere una tabella di prova, da vicino o da lontano, ma da una serie di capacità molto più complesse e determinate da molteplici fattori. Questa edizione è la traduzione fedele della versione originale e integrale dell’opera, completa di tutte le sue parti. I diversi formati del testo utilizzati in questa edizione, rendono agevole l’identificazione delle parti che furono eliminate, o aggiunte, in una più nota edizione postuma. Nella stesura del testo si è cercato di mantenere, compatibilmente con le soluzioni editoriali ottimali, l’aspetto del testo originale. Sono per questo stati usati caratteri maiuscoli, numeri romani e altro, quando fattibile. Le foto sono quelle del primo testo originale. Si è inteso fare una traduzione critica e scientifica, il-metodo-bates-per-una-vista-perfetta-senza-occhialiche pur mantenendo intatto il testo originale, è stata integrata con note utili per l’interpretazione. Si è altresì ritenuto importante informare il lettore di alcuni passaggi originali del testo che furono successivamente contraddetti e rivisti dallo stesso Bates in altre sue pubblicazioni.

Ordinabile presso tutte le librerie e le librerie on-line. (Amazon, Macrolibrarsi, IBS, ecc.).
Per ordinarlo nella propria libreria di fiducia, il codice ISBN è: 978-8893190176 , editore Macroedizioni.
Per una desrizione dettagliata del libro dal sito di Macrolibrarsi cliccare qui.

In questa edizione è inclusa una tabella ottometrica, originale, in grande formato.
Sono inoltre presenti appendici, integrazioni e note, che senza alterare troppo la struttura dell’opera originale, aiutano nella comprensione e nella pratica del metodo.

“Storie dalla Clinica”, di Emily C. Lierman.

Pubblicato “Storie dalla clinica”  di Emily C. Lierman.

ISBN: 9788891197344
€14,00

Copertina STORIE DALLA CLINICA Sm 2d

L’assistente personale del Dr. W. H. Bates, Emily C. Lierman, poi divenuta nel 1928 sua moglie, riporta, in questo libro, una serie di storie vere dei pazienti trattati dal Dr Bates e da lei nella clinica di New York.
Il libro è tratto da una selezione di articoli apparsa nell’arco di 5 anni sulla rivista “Better Eyesight”, pubblicata da Bates stesso, a partire dal luglio 1919.
La Lierman, era nota per il suo carattere gentile, empatico e per la sua profonda comprensione delle varie modalità di trattamento che la portavano a insegnare con successo, ad adulti e bambini, come ottenere una vista chiara e occhi naturalmente sani. Dopo la morte del Dottor Bates, la Lierman continuò a insegnare il metodo Bates per il trattamento naturale dei disturbi della visione, curando e conservando le pubblicazioni. A lei si deve la pubblicazione, nel 1940, di “Miglior Vista Senza Occhiali”, l’edizione ridotta, e più adatta al grande pubblico, del testo originale di Bates.
Questo libro descrive come il Dottor Bates e la Lierman applicavano le loro tecniche naturali per trattare vari problemi della visione e degli occhi tra i quali: miopia, presbiopia, astigmatismo, strabismo, cataratta, glaucoma, cecità e altro ancora. Ma non solo: Le tecniche da loro impiegate portarono benefici anche in problemi di udito, asma, nervosismo, vari tipi di dolori, memoria, e altre problematiche non propriamente visive.
Questa raccolta rappresenta un buon complemento al testo di Bates “Vista perfetta senza occhiali”, dato che permette di vedere come venivano trattate le varie disfunzioni dell’apparato visivo nella pratica. Le informazioni in esso contenute integrano, e meglio chiariscono, quanto descritto nel suddetto testo.
Una curiosità: la donna che appare nelle foto dei test visivi effettuati da Bates in “Vista perfetta senza occhiali”, è la Lierman stessa.occhiali”, è la Lierman stessa.

Ordinabile presso le principali librerie, e le librerie on-line. Per esempio (cliccare) su IBS , Amazon o Youcanprint. Ma anche molte altre (Amazon, Mondadori, Libreria Universitaria, ecc.). Amazon ha generalmente il libro disponibile per una spedizione immediata.
Per ordinarlo il codice ISBN è: 9788891197344 (Distribuito da Youcanprint e da Fastbook, uno dei due è sicuramente trattato dalla libreria scelta).

Vista Perfetta Senza Occhiali. Nuova edizione critica.

E’ uscita l’edizione critica del libro di Bates, curata da Mauro Teodori e Loredana de Michelis.
Per ora su Youcanprint e IBS (su IBS scontata del 15%). A breve nei principali storee on line ed ordinabile in molte librerie.
ISBN: 9788891182197
Copertina VPSO small
Questo libro nasce dagli studi e dalle intuizioni del Dr. William H. Bates: vedere bene non dipende solamente dalla mera capacità di leggere una tabella di prova, da vicino o da lontano, ma da una serie di capacità molto più complesse e determinate da molteplici fattori. Questa edizione è la traduzione fedele della versione originale e integrale dell’opera, completa di tutte le sue parti. I diversi formati del testo utilizzati in questa edizione, rendono agevole l’identificazione delle parti che furono eliminate, o aggiunte, in una più nota edizione postuma. Nella stesura del testo si è cercato di mantenere, compatibilmente con le soluzioni editoriali ottimali, l’aspetto del testo originale. Sono per questo stati usati caratteri maiuscoli, numeri romani e altro, quando fattibile. Le foto sono quelle del primo testo originale. Si è inteso fare una traduzione critica e scientifica, che pur mantenendo intatto il testo originale, è stata integrata con note utili per l’interpretazione. Si è altresì ritenuto importante informare il lettore di alcuni passaggi originali del testo che furono successivamente contraddetti e rivisti dallo stesso Bates in altre sue pubblicazioni.

Basta occhiali Per tornare a vedere serve la «ginnastica» – Articolo da “Il Giornale”

Basta occhiali Per tornare a vedere serve la «ginnastica»

Al link:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/basta-occhiali-tornare-vedere-serve-ginnastica-1053869.html

un interessante articolo del 23.09.2014.

A seguire una breve sintesi.

Si chiama «educazione visiva» e si basa su respirazione, postura e movimenti delle palpebre: così si possono recuperare diottrie

Buttare gli occhiali da lettura, alleggerire le lenti da miope, eliminare il senso di stanchezza degli occhi o il bruciore. Insomma dare una seconda giovinezza agli occhi con esercizi oculari mirati ma anche con nuovi metodi di respirazione e di percezione visiva della realtà. È quanto promettono i seguaci del metodo del dottor William Horatio Bates…. In Italia si chiamano educatori visivi, e organizzano seminari… Questi esperti si sono riuniti nell’Associazione italiana educatori visivi, il cui presidente, Maurizio Cagnoli, ha 67 anni e? ancora legge senza occhiali.

… Questi operatori non garantiscono i miracoli e non usano medicinali strani. Anzi, pretendono impegno e dedizione dai loro pazienti. Chi è ben disposto, migliora, chi non ha pazienza e non ne vuole sapere di far progressi graduali lasci perdere.

… altra domanda: per quali patologie funziona il metodo Bates? «…vale per la miopia, l’ipermetropia, la presbiopia, l’astigmatismo». Insomma, le patologie classiche che interessano milioni di persone. A cui gli oculisti prescrivono occhiali da vista di cui si diventa schiavi inseparabili. Già, perché a 39 anni e mezzo per la scienza si diventa vecchi per gli occhi. …Ma almeno per gli occhi si può ringiovanire. Almeno così la pensava Bates, uno scienziato che ha osservato per anni occhi di animali, bambini, vecchi e alla fine si è accorto che chi ha problemi di vista usa gli occhi in modo diverso dagli altri: limita il movimento, non batte le palpebre quanto dovrebbe, ha una tendenza alla rigidità del corpo, non respira in modo corretto. …Spesso invece è possibile affrontare e risolvere il problema e tornare alla normalità.

Bates riuscì a far uscire dalla sua clinica senza occhiali persone vicine alla cecità; l’aspetto psicologico si dimostrò fondamentale. Aldous Huxley, noto scrittore inglese ( Brave New World ), dopo aver riacquistato la vista grazie a Bates, gli dedicò il libro The art of seeing , tuttora in commercio. Ora, chi segue il metodo Bates cerca di seguire i suoi consigli. «Il nostro lavoro è soprattutto educativo ? spiega Cagnoli ? come imparare una lingua straniera o a ballare. Facciamo fare esercizi per rafforzare i muscoli, certo, ma non chiamatela ginnastica per favore, questa è solo l’occasione di osservare se stessi, identificare le abitudini visive e modificarle».

…Ma quali sono i tempi di reazione? Cagnoli assicura che un seminario di due giorni organizzato nei week end garantisce dei miglioramenti. Il prezzo di questa gita particolare si aggira intorno ai 150 euro mentre le sedute individuali (ne servono almeno sei) costano tra i 50 e gli 80 euro.

Interventi al cervello senza rischio. Unità Gamma. Un progresso importante da conoscere.

Interventi al cervello senza rischio con l’Unità Gamma.

Bisturi o Unità Gamma (o Gamma Knife o Unit).
“Ma perché nessuno me lo ha detto?”

La conoscenza di questo apparato e di questa metodologia può salvare la vita, o da gravi menomazioni, le persone che hanno problemi nell’area cerebrale dovuti a tumori, angiomi o aneurismi. E’ un metodo non invasivo e altamente sicuro.
Normalmente interventi chirurgici in tale area, se in profondità, sono molto rischiosi, e il rischio di morte o menomazioni è altissimo, e si verifica nella maggior parte dei casi trattati.
Purtroppo non sempre è possibile l’impiego di tale macchina.

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Come funziona ? Descritto semplicisticamente: Immaginate un colapasta (si, un colapasta di quelli tutti bucherellati) messo sulla testa della persona con il tumore o l’angioma. Viene “illuminato” dall’esterno con raggi gamma (immaginate che sia luce). Tali raggi attraversano, in piccole dosi, il cervello senza nessun effetto, ma convergono tutti insieme in una sola area del cervello, dove la loro concentrazione diventa altissima. Bene: SOLO in quell’area dove la loro concentrazione è alta si realizza l’effetto; Le cellule malate o malformate muoiono lentamente, e vengono progressivamente sostituite da cellule sane.
Senza rischi, senza effetti collaterali, senza danni al tessuto sano.
Il macchinario in realtà è più complesso, i raggi sono gestiti, in direzione e intensità, da un computer che provvede alla esatta focalizzazione nel punto da trattare.

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Questo che segue è tratto da un intervento pubblicato su un forum nel 2004.

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Oggetto: Gamma Knife: Ma perché nessuno me lo ha detto? (E’ lungo. Ma LEGGETELO! Potrebbe salvare la vita o gravi menomazioni a uno dei vostri cari!).

E’ una storia a lieto fine, ma solo perché i protagonisti sono venuti a conoscenza di questa alternativa!

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Era un poco che volevo scrivere questo intervento.

Potrebbe sembrare parzialmente fuori tema, ma non lo è. Non lo è perché in questo come in altri campi si sostiene che non c’è alternativa. Dobbiamo essere noi, a continuare a guardarci intorno e, seppure da ignoranti, cercare alternative e decidere infine di chi fidarci.  Questo che riporto di seguito è solo un esempio, un fatto vissuto, che dimostra come la situazione non cambi neppure in prospettiva di lesioni gravissime o addirittura della morte.

Un fatto, che riporto così come me lo ha raccontato il protagonista, e che, conoscendo la persona, credo assolutamente, inconfutabilmente VERO.

Ecco cosa è successo.

Mesi fa, un mio amico appariva disperato e stanco. Si era ritirato da svariate attività che seguiva con passione e tutte le sue risorse, in termini di energia e tempo, erano dedicate al problema che lo stava consumando.

La sorella, alla quale è molto attaccato, aveva scoperto, in seguito a degli esami preliminari finalizzati ad un piccolo intervento chirurgico, di avere un angioma nel cervello, in una zona situata molto in profondità.

Che cos’è un angioma? Spiegato in semplicità da profano, è una dilatazione abnorme di un vaso sanguigno, che può rompersi in qualsiasi momento.

“L’angioma è una neoformazione vascolare costituita da lacune vasali rivestite da endotelio con tessuto connettivo interposto. Si possono associare fenomeni di EMORRAGIA o calcificazioni, e gli spazi vascolari possono presentare trombosi all’interno. Tale lesione può presentare dimensioni estremamente variabili (da pochi mm a diversi cm), e può essere singola o multipla”.

Che conseguenze può avere? Devastanti, se si rompe. Cosa che spesso accade. D’altra parte se su internet cercate “angioma cerebrale” con un motore di ricerca trovate episodi come:

– “Sono stato operato sei mesi fa di un angioma collocato in posizione anteriore sinistra. Da allora non cammino piu’. Ho mantenuto la sensibilità ma purtroppo non la motoria… Ho sempre goduto di buona salute”…

– …”all’età di 10 anni, un crudele destino ha fatto si che un angioma cerebrale congenito scoppiasse improvvisamente nella sua testolina e le conseguenze sono state enormi”…

… Eccetera…

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Come disse il primo professore interpellato dal mio amico, come da colloquio qui sotto:

Professore: “Se sua sorella, da oggi, vivesse in una splendida villa, insieme con altre 99 persone come lei, senza alcun problema o preoccupazione, tranquilla, con tutti i comfort, alimentazione corretta, controlli medici, etc… Vedrebbe morire 4 persone ogni anno per la rottura dell’angioma. Lei potrebbe essere tra le prime 4 o le ultime, non possiamo saperlo”

Amico: “Come si può curare?”

Professore: “Chirurgicamente, in questo caso, abbiamo il 10% di

possibilità di riuscita”

Amico: “E nel restante 90% cosa succederebbe? Potrebbe restare menomata o peggio, morire?

Professore: “No. Non ha capito: 10% che sopravviva, menomata o meno. Potrebbe rimanere parzialmente o totalmente paralizzata, cieca o altro. Non possiamo sapere esattamente quello che succederà quando opereremo”.

Amico: “Allora non conviene operare!”

Professore: “Il problema resta e l’angioma potrebbe rompersi anche tra un mese. E’ una bomba che non sappiamo quando esploderà”

Amico: “Ma possibile che non esistano altri modi? Alternative? Possibile che no?”

Professore: “No. Nessuna. Va chirurgicamente rimosso, è il solo modo”.

Il mio amico, come avrebbero fatto tutti, cercò altri consulti. Inizio così un lungo ed estenuante calvario. A sua detta (e io gli credo, anche se all’inizio ero perplesso) tra medici e professori consultò circa 150 (centocinquanta) professionisti, tra i migliori. Il più ottimista gli diede il 20% di possibilità di sopravvivenza…
E a tutti chiese: “Ma possibile che non esistano altri modi?
Alternative? Possibile che no?” E TUTTI gli risposero: “No. Nessuna. Va chirurgicamente trattato, è il solo modo”.

Dal momento che lo vedevo così abbattuto, gliene chiesi il perché, e poi chiesi anche io, a lui, se c’erano alternative, e lui, ormai convinto, disse di NO. Ma, nonostante tutto, continuava esausto a cercare…
Io però seguo una regola che ho chiamato regola del “ti pare che”. Per esperienza diretta oggi so che

tutte le volte che alla mia mente si affaccia la domanda “”ti pare che”…

– “se fossse così”…

– “non me lo avrebbero detto” …

– “allora lo farebbero tutti”…

Allora sto per cadere nella trappola dell’immobilismo e della rassegnazione. E per quanto possibile cerco di saperne di più.

Ho iniziato, da ignorante (colui che ignora), quindi a cercare e a chiedere in giro, ma NON ai “professionisti” che poteva aver consultato lui. Cercavo o no, una alternativa?

E l’alternativa, proposta da un medico “alternativo”, estremamente preparato, non era una alternativa “naturale”, quindi la DOVEVANO sapere anche loro! Mi venne riferito anche di un caso identico trattato anni prima con successo. Nel senso che l’angioma era sparito. Non ce ne era più traccia. Scomparso.

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I miei passi in sintesi sono stati:

1) Mi venne citato, chiedendo in giro a specialisti di varie discipline, un macchinario: “Gamma Unit” o “Gamma Knife”.

2) Ricerca su internet

3) Indirizzi e riferimenti forniti al mio amico.

Quando gliene parlai, la sua reazione fu: “Mah… mi sembra impossibile, ma se è vero giuro che ti faccio un monumento!” Ma aveva di nuovo una speranza. Decise di andare dal migliore, da chi lo aveva inventato, tanto è vero che andò addirittura fino a Stoccolma, nella Clinica dove aveva visto la luce la Unità Gamma! Il macchinario lo hanno inventato loro, anche se l’ideatore del progetto è stato un italiano. oltre 30 anni fa!).

Si presentò all’appuntamento col professore di Stoccolma con una borsa piena di esami e referti.

Colloquio:

Professore: “Accidenti, quante scartoffie! Deve aver penato molto, lei!”

Amico: “Pensa che sia possibile fare qualcosa con il vostro macchinario? Che si possa curare?”

Professore: “Certo che si. Il “gamma knife” è nato per trattare i tumori. Ma anche in casi come il suo i risultati sono ottimi. Direi che in questo caso, abbiamo il 90% di possibilità di riuscita “one shot”  (traduzione: “al primo colpo”).

Amico: “Con che conseguenze possibili?. Effetti collaterali? Quali rischi?”

Professore: “Assolutamente NESSUNO! Significa che al 90% sua sorella avrà risolto definitivamente e basta. Senza conseguenze”

Amico: “E nel restante 10% cosa succederebbe? Potrebbe restare menomata o peggio, morire?”

Professore: “No! Non ha capito: nel 10% di possibile non riuscita, ci sarà semplicemente da ripetere l’intervento dopo un anno, e stavolta con la quasi certezza di riuscire. Bisogna solo fare una angiografia, che è paradossalmente la parte più rischiosa del processo, per vedere quanto è grande e dove è posizionato con precisione. Solo se è troppo grande non potrà essere trattato, ma da quello che vedo qui, non mi sembra proprio”

Amico: “Ma… Lei mi sta dicendo… 90% di RIUSCITA SENZA EFFETTI COLLATERALI? Sono abituato a sentire 10-20% con gravi danni possibili, morte, e ora… No… non posso crederci… MA PERCHE NESSUNO ME LO HA DETTO?”

Il resto del colloquio non lo riporto. Potrebbe sembrare offensivo per alcune realtà e non è questo lo scopo di questa email. Viene comunque da chiedersi (a lascio a voi le risposte):

– Lo sapevano e hanno taciuto?

– Non lo sapevano (cioè… “ignoravano”)?

– Amico e sorella sono bugiardi?

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Lo chiamai nel tardo pomeriggio, sapevo che doveva tornare da Stoccolma a quell’ora. Era infatti appena arrivato a casa…. Ancora oggi non so dire se forse piangesse o ridesse al telefono mentre mi raccontava. Percepivo chiaramente solo l’affanno di chi è troppo emozionato per parlare, ma che… ti deve raccontare tutto lo stesso, come se potesse liberarsi di mesi di angoscia in quel modo. Si, aveva l’affanno, povero amico mio…

La sorella ha poi eseguito il trattamento in Italia, anche da noi oggi ci sono diversi centri. Tra qualche mese la nuova angiografia dirà come è andata.

(Nota di aggiornamento qui inserita per praticità: poche settimane dopo la donna recuperò una visione normale, precedentemente molto compromessa dalla pressione dell’angioma sui centri cerebrali e nervosi della visione. Questo significava che l’intervento stava dando i suoi risultati, e le permise inoltre di passare l’esame medico per la patente e riprendere a guidare. Una successiva visita mirata, dimostrava la totale scomparsa del problema)

Io non ho fatto niente di speciale. Ma il mio amico oggi dice che io sono l’uomo al quale la sorella deve la vita, e che è viva grazie a me. Io non lo so, gli ripeto che mi sono solo guardato intorno, ho solo cercato in un altra direzione. Perché? Perché sono un ignorante.

Il messaggio completo con un allegato sul “gamma unit” lo posto su “naturalia”, qui è off topics (anche li lo sarebbe, visto che non è naturale: ma è comunque non invasivo). Come funziona in poche parole: con uno speciale casco a “colabrodo” vengono concentrati dei raggi gamma solo sulla zona da trattare, le cellule SOLO in quella zona lentamente muoiono e vengono sostituite da tessuto nuovo che ricresce SENZA la malformazione.

La prossima volta che qualcuno in camice bianco vi dice che non c’è speranza, che “la scienza sono io”, che “anche a me piace la fantascienza…” Non arrendetevi. Guardatevi intorno. Potrebbe anche esistere una alternativa.
E il tizio con il camice bianco potrebbe essere non un medico ma solo un gelataio, un pizzicagnolo, o altro (L’abito non fa il monaco).

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“La verità è che, eccetto in rari casi, l’uomo non è un essere razionale. Egli è dominato dall’autorità, e quando i fatti non sono in accordo con la visione imposta dall’autorità, allora tanto peggio per i fatti. Questi potranno, e certamente dovranno, vincere nel lungo periodo; ma nel frattempo il mondo brancola inutilmente nell’oscurità e permane la molta sofferenza che poteva essere evitata”.
Dr. William Horatio Bates

Oggi più che mai attuale.

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Dal sito dell’Ospedale Niguarda:
http://www.ospedaleniguarda.it/content/in_evidenza/18.html

Si legge:
GAMMA KNIFE PERFEXION

Gamma Knife è un’espressione in lingua inglese che significa “bisturi gamma”.
Si tratta di una strumentazione radiochirurgica di ultima generazione che permette il trattamento di patologie cerebrali – anche tumorali – mediante l’utilizzo di un fascio di radiazioni per colpire direttamente la lesione patologica, basandosi su un sistema di puntamento “stereotassico” (cioè finalizzato a individuare esattamente nelle tre dimensioni spaziali la posizione della lesione).
La precisione fornita dal sistema di localizzazione stereotassica consente di focalizzare e concentrare le radiazioni in un piccolo spazio di tessuto cerebrale (ad esempio un tumore oppure una malformazione arterovenosa, o ancora una determinata regione del cervello affetta da una patologia funzionale), in modo che solo questo riceva un’elevata quantità di radiazioni, risparmiando il restante tessuto sano, e permettendo quindi di limitare il danno ai tessuti limitrofi e gli effetti collaterali.
In alcuni casi viene utilizzato per il trattamento di tumori poco voluminosi che non possono essere rimossi chirurgicamente.
Cura e casistica

Le principali patologie trattabili con Gamma Knife sono:
– metastasi cerebrali
– malformazioni vascolari
– neurinoma dell’acustico
– meningiomi
– adenomi ipofisari
– nevralgia trigeminale
– astrocitomi, cordomi, melanomi uveali
– altri tumori e patologie funzionali.

Fasi del trattamento:
Un intervento di radioneurochirurgia con Gamma Knife si svolge in anestesia locale (riservando a casi pediatrici e particolari l’anestesia generale) in un’unica seduta (a differenza di altri trattamenti radioterapici), ha una durata variabile tra le 3 e le 8 ore, per i casi più complessi e schematicamente consta di 4 fasi:

1. fissazione di un casco stereotassico (in alluminio o titanio) al cranio del paziente mediante applicazione transcutanea di 4 viti, ciò per fornire dei riferimenti spaziali stereotassici e per evitare che il paziente muova la testa sia per gli esami neuroradiologici sia all’atto del trattamento

2. esecuzione in Neuroradiologia degli esami (Risonanza Magnetica, TAC, Angiografia) necessari per il trattamento, grazie al fatto che sul casco viene applicato un “localizzatore” in plexiglas che fornisce alle immagini neuroradiologiche dei punti di riferimento (riconosciuti dal computer che elabora tali immagini per ottenere le coordinate della posizione nello spazio della lesione da trattare)

3. elaborazione del piano di trattamento da parte di un’équipe formata da un neurochirurgo, un radioterapista ed un fisico sanitario sulla base dei dati neuroradiologici e della ricostruzione tridimensionale della lesione, usando un software sofisticato che consente di simulare il trattamento migliore possibile per risparmiare il tessuto sano circostante

4. dopo che l’équipe ha validato il piano di cura prescelto, si dà inizio al trattamento radiochirurgico vero e proprio ed il paziente, sveglio e cosciente, viene posto sul lettino e fissato ad esso mediante il casco; il letto stesso seguendo gli ordini impartiti dal computer si muoverà spostandosi nei tre piani dello spazio così da focalizzare le radiazioni sulla lesione da colpire.

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Nota: Le informazioni a seguire sono datate e non aggiornate, risalgono a molti anni fa.

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L’INFORMAZIONE SU INTERNET

Sul sito Internet radiochirurgia.it della società napoletana

Radiosurgery Center del dottor Salvatore Conte (laureato nell’Ohio, non

può esercitare in Italia) viene promossa una nuova tecnica per curare il

cancro disponibile solo negli Stati Uniti . Ma non è vero che la

radiochirurgia non è praticata in Italia, dove invece ci sono 4 centri

LA TECNICA CONTRO I TUMORI

La tecnica si basa su un esame tridimensionale “stereotassico” che

localizza con esattezza la lesione nel cervello e permette di

indirizzarvi una singola dose molto alta di radiazioni senza colpire i

tessuti sani . Nel resto del corpo la tecnica consente di irradiare

tumori difficilmente raggiungibili. In molti casi la terapia ha però

solo valore palliativo

I COSTI DEL TRATTAMENTO NEGLI USA

Chiunque può inviare allo Staten Island University Hospital a New York i

documenti necessari alla valutazione del caso. Il costo del trattamento

è compreso tra 16.500 e 21.700 euro da anticipare con bonifico bancario.

Negli ultimi mesi è comparsa una voce: l’onorario del dottor Conte. Il

medico spiega che i soldi vengono riversati a New York.

IL RIMBORSO DELLE CURE

Per le cure è previsto un rimborso dell’80% se l’attesa per una cura

equipollente in Italia è superiore ai 40 giorni o per una terapia che

nel nostro Paese non viene fatta. La richiesta va inoltrata all’Asl da

un medico specialista prima della partenza o al rientro e vanno allegati

i giustificativi delle spese sostenute

“Tumori al cervello, inutili quei viaggi in Usa”

Gli specialisti contro un centro di New York: interventi su 250

italiani, ma la terapia si può fare anche da noi

La notizia si è diffusa via Internet: c’è una nuova tecnica per

combattere il cancro. Una terapia avanzata, disponibile solo

oltreoceano. Così, almeno, è descritta la radiochirurgia stereotassica

sul sito radiochirurgia.it della società napoletana Radiosurgery Center.

Il responsabile, Salvatore Conte, una laurea in Medicina nell’Ohio (“Un

titolo che non mi permette di esercitare in Italia”), è il referente di

Gil Lederman, direttore del Dipartimento di radiologia oncologica dello

Staten Island University Hospital (New York). La sua società raccoglie

le domande (oltre 11.000 dal ’98) di consulto negli Usa e gestisce la

trafila degli interventi: 250 solo nell’ultimo anno. Ma gli specialisti

ammoniscono: attenti a questi “viaggi della speranza”, le strutture

italiane sono all’altezza.

LA TERAPIA – La tecnica, originariamente sviluppata per l’encefalo, si

basa su un esame tridimensionale (“stereotassico”) che nel caso del

cervello localizza con esattezza la lesione (non solo tumorale) e

permette di indirizzarvi una singola dose molto alta di radiazioni,

senza colpire i tessuti sani. “A differenza – spiega il neurochirurgo

Enrico Motti – della radioterapia tradizionale, che invece irraggia

frazionatamente tutta la testa”. Nel resto del corpo la tecnica

stereotassica consente di irradiare tumori difficilmente raggiungibili

con i metodi convenzionali, con un ciclo terapeutico molto breve. Ma è

applicabile solo a lesioni con diametro inferiore ai 5 cm, e in molti

casi ha valore esclusivamente palliativo. “La pratica – sottolinea

Roberto Orecchia, presidente dell’Associazione italiana di radioterapia

oncologica – è riconosciuta, ma la casistica è ancora limitata e

l’utilità da definire. In questo caso non è in discussione la tecnica o

la qualità degli ambienti, bensì l’indicazione del trattamento. E resta

fondamentale il consulto di un oncologo o un radioterapista”.

LE RICHIESTE – Sul sito, Conte spiega di essersi “impegnato

personalmente a divulgare, senza scopo di lucro, l’informazione

riguardante una nuova tecnica che attualmente si può effettuare solo in

Svezia e negli Stati Uniti”. Se fino al gennaio 2002 anche il Karolinska

di Stoccolma accettava i pazienti italiani, ora l’unico contatto è

Staten Island, cui chiunque può inviare direttamente, senza il controllo

di uno specialista italiano, i documenti necessari alla valutazione del

caso. Per i vetrini la Radiosurgery Center fornisce un indirizzo privato

di New York, specificando: nella dichiarazione doganale scrivere

“Contenuto della spedizione, regalo”. Una procedura quantomeno anomala,

visto che si tratta di materiale biologico destinato a uso clinico.

I RIMBORSI – “Il costo del trattamento – specifica il sito – è compreso

tra 16.500 e 21.700 euro”, da anticipare “con un bonifico bancario. E’

comunque previsto un rimborso da parte della Asl”. Ma il meccanismo,

spiega Ermanno Emiliani, responsabile delle autorizzazioni per

prestazioni radioterapiche all’estero per l’Emilia Romagna, non è

automatico: “Il rimborso è contemplato se l’attesa per una cura

equipollente in Italia è superiore a 40 giorni, o per una terapia che da

noi non viene fatta. La domanda va inoltrata alla Usl da un medico

specialista, prima della partenza o al rientro: si allegano le spese e

se il responsabile dà il benestare, ne viene rimborsato l’80%”. Sono 10

le richieste pervenute a Emiliani dal maggio scorso, tutte “a

posteriori”: “Per metà ho ravvisato l’indicazione per questo tipo di

cura, alle altre ho detto no. Attualmente ci sono due ricorsi”.

IN ITALIA – Situazione analoga in Piemonte, dove le richieste “a

posteriori” da gennaio a metà aprile sono state 6, con un caso di

ricorso. In un documento rilasciato da Staten Island si legge: “La

radiochirurgia non è praticata in Italia”. Orecchia ribatte: “Non

vogliamo impedire a nessuno di andare negli Usa, ma nessuno deve

affermare che non si può intervenire qua. Abbiamo 4 centri dove si

pratica la radiochirurgia cerebrale con Gamma Knife, e a Vicenza è

appena stato installato il primo apparecchio in Europa di Cyberknife

(una Gamma Knife più evoluta). Per le metastasi cerebrali, sono più di

30 i centri con acceleratore lineare. E la stereotassica per il corpo è

disponibile in 8 cliniche”. Il censimento dei centri italiani è

consultabile sul sito www.radioterapiaitalia.it . “Con standard –

puntualizza Orecchia – al livello delle strutture straniere. E costi

molto inferiori”.

LE SPESE – Ma quanto paga realmente chi va a New York? “Il trattamento

stereotassico – spiega Emiliani – costa 17.500 dollari. E da 4-5 mesi

nelle richieste di rimborso è comparsa una voce che prima non c’era:

l’onorario del dottor Conte, 1.750 dollari”. “Una cifra – si giustifica

Conte – che rientra nei 17.500 dollari complessivi: una cauzione pari al

10%, indicata come onorario a mio nome perché il versamento viene fatto

in Italia. Ma questi soldi vengono riversati a New York. Le nostre spese

sono sostenute dall’ospedale”. Il totale, spiega poi Conte, dipende da

viaggio, alloggio, eventuali cure aggiuntive. “C’è chi ha pagato 30.000

dollari e oltre, ma sono casi d’emergenza. Per un paziente standard il

costo complessivo è sui 23.000 dollari”. E quando gli si parla delle

strutture italiane sostiene: “La mia speranza è che presto non parta più

nessuno per New York. Che farò allora? Tornerò in America, a lavorare

con Lederman”.

Tutti i segreti del “bisturi” a raggi gamma

Uno dei centri di punta della radiochirurgia italiana è Lugo (Ravenna),

dove quasi un anno fa è stata attivata la prima Gamma Knife di ultima

generazione. Precisione altissima, limitata invasività: queste sono le

caratteristiche che rendono la Gamma Knife dedicata ad operare sui

tessuti cerebrali, in alternativa all’intervento chirurgico tradizionale

o ai metodi d’intervento endovascolare, anche su patologie cerebrali

spesso considerate non operabili. Partendo da un’accurata misurazione

dello spazio intracranico mediante un casco stereotassico con un

software tridimensionale che definisce poi le coordinate spaziali della

lesione. Al casco viene sovrapposta un’emisfera “traforata” da 201

forellini, attraverso cui i raggi gamma passano, sotto forma di fotoni,

andando tutti a intersecarsi sul bersaglio: il punto dove è stato

localizzato il tumore o la malformazione vascolare. Lì, e solo lì, essi

diventano “biologicamente attivi”. “E’ come se la lesione soltanto e non

le aree circostanti – spiega Enrico Motti, responsabile Gamma Knife di

Villa Maria Cecilia Hospital a Cotignola (Lugo) – venisse fugacemente

riempita con delle “sfere” radioattive: i raggi, in altre parole, non

colpiscono i tessuti sani. La degenza dura in media due giorni, senza il

consueto corteo di convalescenza delle procedure chirurgiche “invasive”,

pur indispensabili in molti altri casi o da impiegare associate:

neurochirurgia e radiochirurgia sono infatti spesso complementari”. La

Gamma Knife, introdotta nel ’68 dal neurochirurgo svedese Lars Leksell,

è oggi diffusa nel mondo in quasi 200 centri. I risultati ottenuti hanno

fatto nascere molte imitazioni (come l’X-Knife) basate su acceleratori

lineari modificati, più versatili (possono in alcuni casi “mirare” anche

ad altre parti del corpo) e più economici, ma la Gamma Knife, limitata

all’encefalo, resta lo standard più elevato di riferimento per

accuratezza e sicurezza. Oggi in Italia le Gamma Knife sono 4, di cui 3

(Lugo, Milano e Verona) operative. Quella del Complesso Sant’Eugenio del

Cto di Roma è infatti chiusa da circa 3 anni: “Si sono esaurite le

cariche di cobalto e la macchina è invecchiata – spiega il neurochirurgo

Sante Vangelista -. Aspettiamo i fondi per riattivarla, speriamo entro

l’estate”.

La Gamma Knife di Lugo si avvale di una diagnostica per immagini ancor

più precisa e di un robot di posizionamento che permette di azzerare i

rischi d’inesattezza e accorciare i tempi. Con liste d’attesa brevissime

e degenze altrettanto ridotte: la clinica di Lugo (raggiungibile

all’indirizzo www.gruppovillamaria.it ) effettua una media di 6/7

interventi a settimana. Con pazienti da tutta Italia, ma anche dall’estero.

Intervista: una brutta esperienza con il laser

L’attrice di teatro Benedicta Boccoli racconta in una intervista su Il Fatto Quotidiano la sua avventura con il laser, che invece di curare i suoi problemi di vista le ha rovinato  la vita. L’attrice di teatro soffriva di ipermetropia e astigmatismo fin dall’infanzia e, sul palco, cominciava ad avere dei grossi problemi per via delle luci.
Le controindicazioni per l’intervento, c’erano?
lasik
Nel 2010 in seguito all’incontro casuale con un chirurgo, decide di fare il grande passo: “Io non ci pensavo, andai ad accompagnare mia madre per un problema grave (una degenerazione maculare) e il medico che la visitò mi parlò di questo nuovo laser miracoloso per gli occhi. Mi disse che portare ancora oggi gli occhiali è una cosa dell’800! Che se mi fossi operata mi avrebbe cambiato la vita. Io gli risposi che molti medici mi avevano consigliato di non farlo”…

Dopo l’intervento cominciano i guai: “Due giorni dopo l’operazione mi crollò la vista, ero nel totale panico, avevo la sensazione netta di aver fatto un grave sbaglio a operarmi. Andai dal professore e mi disse di stare calma che dopo qualche giorno sarebbe passato. Io gli dissi che dovevo affrontare una tournée. E lui mi assicurò che sarebbe passato tutto dopo 20 giorni: mi dia 20 giorni e lei sarà come nuova! Sono stati mesi terribili, non vedevo, avevo dolore agli occhi, cheratiti continue, non potevo guidare, ero in tournée, lavorare su un palcoscenico per mesi senza vedere e con dolori è stata molto dura. Questa operazione mi ha reciso la nervatura corneale e peggiorato la lacrimazione e io vedo appannato da due anni”.

A oltre due anni di distanza dalla famigerata seduta di chirurgia refrattiva, la Boccoli, che non è ancora uscita dal tunnel, accusa il medico che l’ha operata per non averla messa al corrente dei rischi dell’operazione: “Vivo con tre tipi di lacrime artificiali nella borsa, la mia vista fluttua continuamente, non posso avere degli occhiali con lenti precise perché la mia vista cambia. Ho tre paia di occhiali nella borsa: a seconda della necessità. Metto la ciclosporina negli occhi mattina e sera (non vi dico i problemi in aeroporto perché questo galenico necessita di ghiaccio e mi fermano sempre)… viva l’ipermetropia e l’astigmatismo! Ho sempre avuto un occhio secco, molto secco, ed era vietato operare un soggetto come me. Avrebbe dovuto dirmelo. […]  Io vorrei dire a quest’uomo che i pazienti sono creature debolissime. Siamo come bambini di fronte a un medico. Anche l’uomo più potente del mondo non è niente in una sala operatoria. Io vorrei guardarlo negli occhi e chiedergli: lei, sua figlia l’avrebbe operata?”

Metodo Bates per la vista/mal di testa

Interessante articolo da un blog (http://menopausaprecoce.forumfree.it/?t=33595083) :

Ciao a tutte.

Vi racconto il seguente fatto, che credo potrebbe risolvere il problema a tante donne che prendono ormoni, poichè uno degli effetti collaterali è appunto il mal di testa.
Circa un anno fa ho cambiato pillola ormonale e da quel momento ho avventito che spesso alla sera avevo delle forti emicranie. Poichè dal bugiardino di questi farmaci è riportato che possono provocare il mal di testa, ho pensato bene di sopsendere per un periodo di un mese il farmaco.

Nonostante cio i dolori continuavano, anche se meno forti. Successivamente per un caso della fortuna, mi sono imbattuta in un sito che parlava del metodo bates.

C’è da premettere che sono piu di dieci anni che porto gli occhiali e a quel tempo avevo 7 diottire di miopia. Ebbene, sono venuta a conoscenza che dalla miopia e da tutti gli altri errori di rifrazione è possibile guarire del tutto e permanetemente ed inoltre (la cosa assolutamente scoccante per me poichè non ne ero a conoscenza) portare li occhiali e le lenti a contatto è assolutament dannoso poichè tali strumenti sono stati studiati apposta per far peggiorare drasticamente la vista, rendendo l’occhio totalmente dipendente da essi e per fare in modo che chi porta gli occhiali abbia la necessità di cambiarne un paio almeno ogni 2 anni, per poter permettere all’industria delle lenti di produrre. Uno degli effetti collaterali delle lenti è il mal di testa ed esso puo venire ampilificato se si usano farmaci ai quali si è sensibili da questo punto di vista, e se vengono indossate per decenni in alcune persone portano alla cecità.

Oltre il mal di testa da lenti, esiste il mal di testa da sforzo oculare, che puo riguardare anche persone a cui non sono mai stati prescritti gli occhiali. Infatti, tutti gli errori di rifrazione sono dovuti ad uno sforzo per vedere, che coinvolge in maniere differenti i muscoli extraoculari (gli erecti e gli obliqui) che inducono l’occhio a cambiare la sua forma, da rotonda (occhio emmetrope) a allungata (occhio miope) a schiacchiata avanti e dientro (occhio ipermetrope). A seguito di queste deformazioni, i raggi luminosi non si mettono a fuoco su un punto, ma su area piu o meno ampia a seconda delle’errore di rifrazione.

Chi come me è affetto da questa patologia sappia che deve assolutamente togliersi gli occhiali e non metterli su mai piu per nessun motivo e di iniziare a fare la cura di bates, soprattutto se soffre di emicranie da pillola come soffrivo io. Infatti, dopo quasi un anno di trattamento, togliendo da subito gli occhiali, ho recuperato 5 diottrie e i mal di testa sono spariti quasisubito dopo l’eliminazione degli occhiali. Ho quindi ripreso ad assumnere la pillola.

Ho ritenuto opportuno mettere questo topic vista la mia esperienza andata veramente a buon fine. Non so se questo fatto qualuna di voi gia lo conosceva; tuttavia, so per certo che la stragrande maggioranza delle perosne questo fatto non lo sa. Per esempio, non tutti sanno che l’occhio normale non gode di vista perfetta permanentemente e che gli errori di rifrazione sono estremamente variabili in senso positivo che in negativo e da questi fatti scentificamenti dismostrati, si evince che l’uso degli occhiali è assoltamente inutile, oltre che dannoso (il 99% delle prsone crede che gli occhiali indossati da una persona emmetrope siano assolutamente dannosi, mentre se indossati da una persona con errori di rifrazione, non sono dannosi, ma necessari. NIENTE DI PIU SBAGLIATO!!!!!!!!!! Gli occhiali sono solo un rimedio messo alla bell’e meglio per tamponare il problema, ma NON SONO LA CURA. La cosa che mi fa rabbia e che mi s convolge all’ennesima potenza e che gli oculisti sanno tutto e se stanno zitti, almeno per quanto rigurda la stragrande maggioranza della categoria. Infatti, molti di loro hanno un negozio o fabbrica di ottica. Capiamoci…

Per questo e altri motivi ho smesso di credere a tutti i dottori, che mi offrono non una cura, ma un tamponamento alla bell’e meglio, come la pillola. Infatti, cosa farò quando il mio corpo non la potrà piu accettare o mi beccherò un tumore alla mammella o al collon dell’utero?? Dovrò stare senza ormoni? Dvrò ricominciare un’altra volta con le chemioterapie e con tutte le sofferenze che mi è toccato patire? Per questo ho deciso di arrangiarmi a trovarmi un cura da sola come ho fatto con gli occhi. Se avessi ascoltato l’oculista oggi avrei 8 diottrie, invece di 7 di miopia, mentre dopo quasi un anno di cura, tra alti e bassi, ho recuperato 5 diottrie e me ne mancano solo 2 e perdipiu non ho piu mal di testa!!!!!!!!

Quindi, ora che siete a conoscenza di questa verità e che sapete che la maggior parte delle volte il mal di testa è provocato dagli occhiali e dallo sforzo oculare, chi volesse approfondire l’argomento o iniziare senza rischi ne controindicazioni la cura verso la gurigione delle emicranie e degli errori di rifrazione, gli lascio il link dove sono andata a prendere le informazioni:

metodobates.altervista.org

PS1: chi avesse bisogno di una mano su questo argomento o volesse confrontarsi con altre persone che praticano il metodo c’è il GRUPPO METODO BATES oppure, visto il mio successo, potete contattarmi liberamente per consigli alla mia email …

PS2: Se con questo argomento ho involontariamente messo qualche oculista, iscritta al forum, a disagio, chiedo scusa, e gli consiglio vivamente di avviare questa pratica nel suo studio se non lo ha ancora fatto.

Esporsi al sole: più benefici che rischi.

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Cadono le accuse all’esposizione ai raggi solari come fattore di rischio.
Oltre all’invecchiamento dell’epidermide, si considera generalmente l’esposizione al sole come dannosa in quanto aumenterebbe il rischio di cancro della pelle, invecchiamento precoce ed altro. Recenti studi dell’Università di Edimburgo, mostrerebbero invece che i benefici derivanti dall’esposizione al sole sono superiori ai rischi.Gli scienziati del Regno Unito affermano che ci sono tutta una serie di benefici derivanti dall’esposizione al sole, tra questi quello dell’abbassamento della pressione sanguigna alta che riduce il rischio malattie cardiovascolari.

Già solo considerando la riduzione di questi rischi, superiori a quello di sviluppare il cancro della pelle, è evidente il beneficio dell’esposizione ai raggi solari. La riduzione della pressione arteriosa sarebbe dovuta alla produzione di ossido nitrico conseguente all’esposizione ai raggi UV.

Negli esperimenti condotti su a mezzo di esposizione alle lampade abbronzanti per una durata di 20 minuti, si è potuto verificare come siano proprio i raggi UV a provocare i benefici. Nei volontari l’esposizione ai raggi ultravioletti provocava un sensibile abbassamento di pressione sanguigna che durava per circa un’ora. Durante i test i livelli di vitamina D sono rimasti costanti.
Secondo ricercatori, i test dimostrerebbero che i benefici per la salute cardiovascolare, derivanti dall’esposizione alla luce solare sono superiori al rischio di cancro della pelle. Sarebbe inoltre evidente, che l’assunzione di integratori di vitamina D non compensa la mancanza di esposizione alla luce solare.

I ricercatori hanno ora in programma l’esame di statistiche sull’incidenza di malattie cardiache e cancro nella pelle, in persone che hanno avuto vari livelli di esposizione al sole.

Se i risultati fossero positivi, confermando i risultati, occorrerebbe riconsiderare le modalità di esposizione alla luce solare diretta.

C’è da chiedersi comunque, cosa cambierebbe nei risultati se, invece di lampade solari UV, si usasse l’esposizione diretta al sole vero.

Bates aveva ragione. Uno studio pubblicato ad aprile 2013

Uno studio recente da ragione a Bates e torto alla visione tradizionale dell’oftalmologia.

Esploriamo il mondo visivo in un modo diverso da quello che si era ritenuto.

Il sistema visivo ricostruisce l’immagine coordinando fissazione ed esplorazione.
A seguire il testo in inglese ed il link.

http://www.sciencedaily.com/releases/2013/04/130405094521.htm
Apr. 4, 2013 ˜ Brain researchers at Barrow Neurological Institute have discovered that we explore the world with our eyes in a different way than previously thought. Their results advance our understanding of how healthy observers and neurological patients interact and glean critical information from the world around them.

The research team was led by Dr. Susana Martinez-Conde, Director of the Laboratory of Visual Neuroscience at Barrow, in collaboration with fellow Barrow Neurological Institute researchers Jorge Otero-Millan, Rachel Langston, and Dr. Stephen Macknik, Director of the Laboratory of Behavioral Neurophysiology. The study, titled “An oculomotor continuum from exploration to fixation,” was published in the Proceedings of the National Academy of Sciences.
Previously, scientists thought that we sample visual information from the world in two main different modes: exploration and fixation. “We used to think that we make large eye movements to search for objects of interest, and then fix our gaze to see them with high detail,” says Martinez-Conde. “But now we know that’s not quite right.”
The discovery shows that even during visual fixation, we are actually scanning visual details with small eye movements — just like we explore visual scenes with big eye movements, but on a smaller scale. This means that exploration and fixation are two ends of the same continuum of oculomotor scanning.
Subjects viewed natural images while the team measured their eye movements with high-speed eye tracking. The images could range in size from the massive, presented on a room-sized video monitor in the Barrow Neurological Institute’s Eller Telepresence Room, normally used for Barrow’s surgeons to collaborate in brain surgeries with colleagues around the world, to images that are just half the width of your thumb nail.
In all cases, the researchers found that subjects’ eyes scanned the scenes with the same general strategy, along a smooth continuum of dynamical changes. “There was no abrupt change in the characteristics of the eye movements, whether the visual scenes were huge or tiny, or even when the subjects were fixing their gaze. That means that the brain controls eye movements in the same way when we explore and when we fixate,” said Dr. Martinez-Conde.
Scientists have studied how the brain controls eye movements for over 100 years, and the idea — challenged here — that fixation and exploration are fundamentally different behaviors has been central to the field. This new perspective will affect future research and bring focus to the study of neurological diseases that impact oculomotor behavior.

INAIL suggerisce il Metodo Bates

Dal link al sito dell’INAIL.

Vi suggeriamo ora di eseguire quotidianamente questa serie di semplici esercizi di rieducazione visiva che vi aiuteranno a prevenire quei fastidiosi disturbi della vista dovuti ad un uso del VDT in condizioni di particolare impegno visivo. Per effetto di questo apprendimento gli occhi si rilasseranno, sbloccando la tensione provocata dall’uso prolungato del videoterminale. La rieducazione richiede principalmente una buona motivazione e costanza nella pratica.

PALMING:
davanti ad una scrivania, coprite gli occhi con le mani ed appoggiate tutto il peso del capo sui palmi delle mani. Restate così per 2 – 3 minuti respirando tranquillamente. Notate come l’oscurità davanti agli occhi diventa man mano più profonda. Si può terminare visualizzando paesaggi naturali e tranquilli. Fatelo spesso per riposare gli occhi. Ogni volta che dovete aspettare il caricamento di una pagina, invece i fissare ansiosamente lo schermo , fate palming. Quest’esercizio sviluppa un senso di calore sull’organo della vista che ha un effetto benefico favorendo il rilassamento della muscolatura intrinseca ed estrinseca dell’occhio.

ALLENAMENTO ALL’ACCOMODAZIONE:
avvicinate ed allontanate dagli occhi una penna (o un qualsiasi oggetto colorato) mentre la osservate. Respirate e battete le palpebre. L’allontanamento e l’avvicinamento alternati di un oggetto determina contrazione e rilassamento del muscolo dell’accomodazione (ciliare) che altrimenti resterebbe contratto nella stessa posizione per troppo tempo causando affaticamento visivo. Inoltre mentre ammiccare con le palpebre facilita la fuoriuscita del film lacrimale che “lubrifica”, disinfetta e nutre la cornea, l’esercizio respiratorio ossigena il sangue e conseguentemente anche l’occhio.

SUNNING:
senza occhiali e ad occhi chiusi guardate in direzione del sole per qualche istante. Respirando immaginate davanti a voi una profondità infinita immaginando di assorbire il calore e distribuirlo dentro gli occhi, dietro, e anche verso la nuca. 5 – 10 minuti. Fa molto bene alternarlo con il Palming. Muovete poi gli occhi in grandi cerchi per permettere alla luce di toccare ogni parte della retina.

COORDINAZIONE SPAZIALE:
seguite molto lentamente il contorno di un quadro o qualsiasi altro oggetto, come se lo disegnaste con la punta del naso; alternate oggetti vicini e lontani. Quest’esercizio ha una azione selettiva sulla visione stimolando la messa a fuoco per lontano, contrariamente a quello che accade con l’uso del VDT in cui è impiegata esclusivamente la visione per vicino.

BLINKING (battere le palpebre):
fatelo il più spesso possibile; serve a dare movimento, relax, e per inumidire e pulire la cornea e massaggio agli occhi . Il movimento deve essere leggero, come il battito d’ali di una farfalla. Ma all’inizio può anche essere utile alternare un battito leggero ad un vero e proprio strizzare gli occhi.

COLPO D’OCCHIO (flashing)
Gettare uno sguardo rapidissimo su qualcosa. Chiudere gli occhi e osservare che cosa resta dell’immagine. Sviluppare man mano una più precisa memoria visiva delle cose percepite.
Acquisire questa capacità rende più semplice il processo di elaborazione neurofisiologica della visione riducendo l’affaticamento.

GODERE DELLA VISIONE SFUMATA
Ridurre l’importanza della nitidezza ai casi in cui è assolutamente necessaria. Imparate a privilegiare nella visione, nell’ordine: il movimento, il colore, la forma e lo sfondo. La nitidezza è necessaria in pochissime situazioni.
Volere ad ogni costo ottenere una elevata nitidezza induce un super-impegno delle strutture oculari impegnate nel fenomeno della “messa a fuoco”.

SBADIGLIARE
Sbadigliando ci si rilassa, ci si ossigena e si inumidiscono gli occhi.
Fatelo spesso, anche se “non vi viene”.
Le lacrime ossigenano, disinfettano e lubrificano la cornea. Inoltre il film lacrimale rappresenta un vero e proprio mezzo diottrico, comportandosi come una vera e propria lente di ingrandimento.

VISIONE NUCLEARE
Non cercate di vedere un volto o un oggetto tutto insieme (= fissare). Esploratelo invece, scandagliatelo muovendo rapidamente la visione concentrata da un particolare all’altro.
In questo modo si impegnano settori diversi della retina consentendone il recupero funzionale.

Geni della miopia?

Agenzia di Stampa.
Geni della miopia? Ci mancava questa!
Credo che si possa essere predisposti, anche comportamentalmente, ma che dipenda comunque tutto da come si finisce a impara ad usare l’occhio, conseguenza, come spiega Bates, di come viene impostato il sistema visivo…
Non a caso in oriente la miopia è più diffusa: leggere un ideogramma “invita” molto alla diffusione (il contrario della fissazione centrale o centralizzazione). Lo stesso dicasi per la lettura della musica, anche li la “tentazione” di diffondere è più alta…
Giro per “Nice to Know” (ma sono in disaccordo)
Vista: scoperti i geni della miopia
Londra, 11 feb. – Scoperti i geni della “vista corta”. Un team internazionale di scienziati, coordinato dal King’s college di Londra, ha identificato ventiquattro nuovi geni responsabili della miopia. Lo studio e’ stato descritto sulla rivista Nature Genetics ed ha svelato le cause genetiche del diffuso disturbo della vista. Un traguardo, questo, che potrebbe portare alla creazione di trattamenti migliori o di strategie di prevenzione di questa condizione in futuro. La miopia riguarda il trenta per cento della popolazione occidentale e l’ottanta per cento delle popolazioni asiatiche. Per trovare i geni responsabili della “vista corta”, ricercatori europei, asiatici, australiani e statunitensi hanno collaborato all’interno del Consortium for Refraction and Myopia (CREAM). Ed hanno analizzato i dati genetici relativi alla miopia di quarantacinquemila persone prodotti da trentadue studi differenti. Risultato? L’identificazione di ventiquattro nuovi geni per lo sviluppo della miopia e la conferma del coinvolgimento di due geni precedentemente rilevati. Il gruppo di geni ne include alcuni collegati alle funzioni cerebrali, al tessuto oculare di segnalazione, alla struttura e allo sviluppo dell’occhio. La ricerca si intitola “Genome-wide meta-analyses of multiancestry cohorts identify multiple new susceptibility loci for refractive error and myopia”.

Il Blog di Fissazionecentrale

Il blog di fissazione centrale.

E’ uno strumento che da la possibilità di lasciare commenti su temi specifici.

Lo scopo di fissazionecentrale è diffondere la verità su studi e ricerche che, di fatto, sono restati nascosti ed inaccessibili ai più. Non è discutere o convincere.

Tuttavia in questo processo c’è spazio per cooperazione ed aiuto.
Per questo, oltre alla mail list indipendente Visus, e il gruppo Visus su Facebook, il Blog può avere una sua collocazione. Anche se secondaria.

Un lampada… Ottotipo!

Da Ikea ho visto in vendita una lampada che ha l’aspetto di un ottotipo, la tabella di Snellen che viene utilizzata nel Metodo Bates tra le tecniche di rieducazione.
Il nome della lampada è “Gyllen, e il prezzo esposto di 33 euro.

gyllen_lampada

E’ un oggetto d’arredamento, non è inteso ad altri scopi, e l’illuminazione non è omogenea.

Ma per “giocare” , magari trovando il modo di diffondere un poco meglio la luce posteriormente, potrebbe essere utile.

Il termine “giocare” non è casuale. Bates spegava che la visione non deve essere un processo cosciente e comandato, ma deve essere un processo spontaneo. Se ci cerca di vedere, si è partiti già col piede sbagliato. Da qui istruttori del metodo hanno coniato il termine giocare, che di per sé implica un atteggiamento non serio ma spontaneo, e aiuta ad entrare nel flusso del metodo…

Metodo Bates: il “Core Concept”.

 

 

Metodo Bates: il “Core Concept”

 

Topografia Corneale

Non si tratta di una novità assoluta, in quanto la prima stesura del testo risale addirittura al 2002. Il testo è stato disponibile per un periodo di tempo relativamente breve, poi lo ho ritirato per aggiungere dei contenuti.
Purtroppo la cosa è andata davvero per le lunghe, e solo oggi sono riuscito a renderla disponibile di nuovo.
Se ne ricorderanno solo gli utenti storici di Visus o coloro che hanno frugato negli archivi.

Di materiale che volevo inserire ne ho ancora molto, ma per il momento non è possibile, da qui la decisione di renderlo comunque disponibile.
Rispetto alla prima versione le pagine sono ora più che raddoppiate e ci sono ovviamente dei nuovi contenuti che reputo molto importanti.
Ho dovuto anche premunirmi visto che in passato c’è stato chi ha plagiato le mie idee e le ha spacciate per sue, usate per abbindolare a caro prezzo.

Che cosa è il “Core Concept”

E’ un condensato di relativamente poche pagine ma, pur essendo sintetico e, spero, semplice da comprendere, è il risultato delle lunghe ricerche che ho svolto, partendo dai testi di Bates e andando poi oltre, ma sempre con riferimento al Bates delle origini.

Il link per saperne di più:

http://www.fissazionecentrale.it/core_concept.htm