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Nota: la base del metodo
La strada per una visione migliore passa attraverso l’apprendimento del modo fisiologicamente corretto per usare il sistema visivo. Un sistema visivo (occhi e mente) usato nel modo errato provoca tensione da sforzo.
Il rilassamento migliora la visione, lo sforzo e la tensione la peggiorano.
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Nota: in sintesi
Un occhio sano funziona nel modo fisiologicamente corretto.
Le immagini che arrivano dall'occhio sono gestite ed interpretate dalla mente.
Memoria e immaginazione sono alla base del processo di interpretazione.
Cosa è il metodo Bates
Cosa è il metodo Bates?
Forse è più semplice iniziare con il dire che cosa NON è...
Il metodo Bates non è costituito da una serie di esercizi (nel
senso comune del termine), né tanto meno da una sorta di
ginnastica oculare.
La muscolatura dell'occhio è già molto più forte di quanto è
necessario per la accomodazione (messa a fuoco) di per sé,
quindi non ce è alcun bisogno di rinforzarla. Questa è il più
diffuso errore interpretativo del metodo compiuto da chi vi si
accosta per la prima volta.
Il metodo Bates, al contrario, si basa sulla "NON ATTIVITÀ".
Anche qui si incorre spesso in un errore concettuale: il metodo
Bates non impone il rilassamento, bensì lo implica e lo provoca
come conseguenza.
Da "Il Metodo Bates in una conchiglia":
La strada per una visione migliore passa attraverso
l’apprendimento del modo fisiologicamente corretto per usare il
sistema visivo. Un sistema visivo (occhi e mente) usato nel modo
errato provoca tensione da sforzo.
Il rilassamento migliora la visione, lo sforzo e la tensione la
peggiorano.
Il metodo è sostanzialmente volto a raggiungere un rilassamento
dinamico del sistema visivo. Rilassamento della "mente", che
induce il rilassamento della muscolatura dell’occhio, facilitato
da tecniche apposite.
Rilassamento va inteso come attenuazione della tensione (il
termine esatto è "strain" simile a sforzo, non ben traducibile
nel contesto). La tensione secondo Bates, origina dal modo
errato con il quale si impiega il sistema visivo, e non da cause
"emozionali".
Capire però perché il "sistema visivo" entri in tensione (la
tensione della "mente" provoca la "tensione degli occhi") non è
immediato. Occorre guardare le cose da un'altra prospettiva:
quella del modo fisiologicamente corretto di usare il sistema
visivo (occhi e mente). Ristabilito questo, si rimuove la causa
che causa la "tensione da sforzo" e di conseguenza la vista
difettosa (ed altre malfunzioni del sistema visivo).
Lo scopo del "Metodo Bates": ristabilire il modo
fisiologicamente corretto di usare il sistema visivo (occhi E
mente).
E' un qualcosa che va vissuto, sperimentato, più che capito.
Viverlo mette in condizione di capirlo, mentre se non lo si è
sperimentato in prima persona, viene difficile riuscire ad
immaginarsi "un'altro modo" di vedere.
Insomma, detto con un aforisma: "Per capire come è un'acquario
da fuori, è meglio non essere un pesce". (André Malraux).
Ricorro qui a delle sintesi estreme perché credo aiutino a dare un taglio netto con ciò che si conosce e con i suoi pregiudizi impliciti. Occorre liberarsi di questo per riuscire a vedere le cose da un altro "punto di vista" (quello naturale!)
Prima sintesi estrema:
La vista imperfetta è dovuta ad alla soppressione degli istinti
naturali della visione.
Detto così può sembrare un concetto infondato e fantasioso.
Sembra talmente estraneo a quello che è conosciuto da sembrare
già incredibile, vero?
Non abbiamo sempre saputo che gli errori di rifrazione
(l’impossibilità da parte dell’occhio di mettere correttamente a
fuoco le immagini) sono dovuto ad un fatto prettamente fisico o
meccanico, che va corretto con lenti (occhiali, lenti a
contatto, chirurgia refrattiva, etc.) di segno uguale e
contrario? Magari ci è anche stato spiegato che un occhio miope,
per esempio, è più lungo del normale, e che uno ipermetrope è
troppo corto. E l'astigmatismo poi?
Cosa c'entrano "gli istinti" con un fatto puramente fisico? Come
è possibile sopprimere i naturali istinti della visione? E,
soprattutto, cosa c'entrano con la "forma dell'occhio"?
Seconda sintesi estrema:
L'occhio ha una limitatissima capacità percettiva, concentrata
soprattutto in una piccolissima area, grande quanto una
capocchia di spillo. Altrettanto limitata è la capacità della
trasmissione di quanto viene percepito, attraverso il nervo
ottico. E limitata è anche la capacità di elaborazione da parte
delle zone cerebrali facenti parte di questo insieme, definibile
come "Sistema Visivo".
In definitiva, quello che arriva dagli occhi al cervello è ben
poca cosa rispetto a quello che vediamo.
Sorprendente vero? Se la parte che si "capta" bene è solo la
parte centrale di quello che si sta guardando, come è possibile
che si riesca a vedere bene e distintamente tutto, anche quello
che è lontano da questa zona centrale?
Terza sintesi estrema:
La visione è tutta nella mente.
Di quello che vediamo, solamente una piccola parte si origina
dagli occhi, mentre il resto proviene da altre aree del cervello
non direttamente collegate ai centri della visione.
Scrivendo mente, non si intende cervello. Il cervello è la parte
fisica. La mente è la corrente dei pensieri, se vogliamo
definirla così. Un poco come il rapporto che c'è tra un computer
ed il software che lo rende utilizzabile, una radio e la musica
ricevuta e decodificata, un fiore secco tra le pagine di un
libro e la forza intangibile che lo rende vivo e lo fa crescere.
Ma cosa c'entra la mente con la soppressione degli istinti
naturali della visione e con la limitatezza degli organi visivi?
Come può la mente essere legata a questi due concetti ?
Le risposte di W. H. Bates.
Come può la mente compensare l'inadeguatezza della capacità
percettiva di organi fisici. E come può, la mente, dare una
immagine completa se mancano, da quello che si capisce dei
particolari?
Forse... La mente lo inventa? Lo immagina?
La risposta è: SI!
Ma se lo immagina, da cosa prende i dettagli che usa per questa
integrazione, visto che la mente non riesce ad immaginare cose
che le sono completamente ignote? Da cose che ha visto in
passato?
La risposta è: SI!
Queste due risposte costituiscono un concetto cardine delle
scoperte di W.H.Bates: Memoria e Immaginazione sono parte
integrante del sistema visivo. La loro inibizione comporta, in
sintesi, attraverso una serie di reazioni consequenziali, un
degrado nel processo della visione.
In questo modo si è giunti a quella che sembra la soluzione più
assurda.
Ma che dalle più recenti ricerche si rivela esatta, quasi un
secolo dopo!
Nella cupola celebrativa del terzo millennio, costruita a
Londra ("The Dome"), nella sezione mente, si leggeva:
"If research into the uman visual system has found that only 20
percent of its symbols come from the eyes and 80 percent from
other areas of the brain, should we believe that all what we see
, or is reality all in the mind?"
(Traduzione: Se le ricerche nel sistema visivo umano hanno
scoperto che solo il 20 % delle sue rappresentazioni viene dagli
occhi, mentre lo 80% da altre aree del cervello (non
direttamente collegate ai centri della visione, N.d.T.),
dovremmo forse credere che quello che vediamo, o la realtà, è
tutto nella mente?)
E' quindi anche vero che "Noi vediamo soltanto ciò che vogliamo
vedere, inconsciamente o consciamente; in altre parole, solo una
parte di ciò che vediamo proviene dal mondo esterno, il resto si
trova in noi. Le nostre interpretazioni sono strettamente legate
alle nostre esperienze passate".
Queste sono state le geniali intuizioni del Dr.Bates, che non
comprese, hanno portato da una parte al rigetto delle sue
scoperte, e dall'altro alla loro errata applicazione.
Altro cardine è quello della "Fissazione Centrale", anche questo
spesso incompreso, soprattutto nelle tecniche da eseguire per il
suo ristabilimento.
Questo concetto è stato così importante nel suo lavoro, che egli
lo elesse anche a nome della sua casa editrice. Ed è quello che
da il nome a questo sito (subito imitato e copiato...).
Ma cosa significa il termine "fissazione centrale"?
Per capirlo occorre considerare la struttura della retina, la
parte dell'occhio dove viene focalizzata e "proiettata"
l'immagine di ciò che si sta guardando. La retina, che viene
spesso erroneamente comparata ad una pellicola fotografica o al
sensore di una telecamera, ha il compito di convertire ( per via
elettrochimica) la luce in segnali nervosi (deboli impulsi
elettrici) poi trasmessi ad altre aree del sistema visivo. La
retina non può essere considerata come una pellicola non tanto
per il differente principio fisico di funzionamento, ma per la
struttura fisica completamente diversa! La retina, infatti, ha
una "risoluzione" (la capacità di discriminazione dei dettagli)
ed una sensibilità ai colori molto elevate nella sua zona
centrale, mentre allontanandosi verso la sua periferia queste
diminuiscono fortemente (mentre una pellicola ha la stessa
risoluzione in ogni sua parte). Chiaro quindi che è solo in
questa zona centrale che le immagini possono essere "viste"
bene, mentre le zone periferiche servono solo a dare una visione
di insieme. Non solo è impossibile prescindere da questo
principio, ma il cercare di farlo provoca quella "tensione da
sforzo" descritta nei testi di Bates.
Concludo dicendo che Bates, inoltre, dimostrò sperimentalmente
che la muscolatura esterna dell'occhio è un fattore nella
accomodazione, che non è quindi attribuibile (esclusivamente?)
al cristallino e che parte del suo libro è dedicata a questo
concetto. Che spiega fatti e possibilità, ancora oggi,
altrimenti non classificabili...
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Fondamentali.