• Come è iniziato tutto

      Gli inizi del Dr. Bates. Come e perché.
      Come per molti inizia un disturbo che tende ad aggravarsi. Le sue soluzioni.


  • Nota: L'alternativa

    Il Dott. Bates ha sempre sostenuto che gli occhiali, oltre a non essere una cura, ma solo un rimedio, un trattamento del sintomo, possono al contempo portare ad un'aumento della correzione ottica richiesta.
    L'alternativa da lui proposta, elimina l'uso delle lenti, e cerca di far riacquistare all'occhio i corretti abiti visivi.
    L'utilizzo delle lenti, inoltre, può impedire all'occhio di recuperare il difetto pur applicando le tecniche da lui ideate.


Alcuni articoli scritti da W.H. Bates sul trattamento solare.

Sappiamo per certo che improvvisati "guru" o "profeti" di W. H. Bates, "predicano" il  Sunning (esposizione degli occhi al sole) effettuato ad occhi aperti. Tale pratica, sconfessata da Bates stesso, è da evitare, in quanto provoca danni permanenti, più o meno gravi, alla retina ed altri tessuti dell'occhio!

Si ritiene doveroso fare qui un po' di chiarezza su questo argomento, nella speranza di "salvare la vista" a coloro che dovessero cadere nella rete di tali sedicenti guru, profeti, sedicenti reincarnazioni, personalità distrurbate o altro, che, nella loro incompetenza, hanno a cuore esclusivamente il loro guadagno, incuranti dei danni che possano provocare.

Il primo scritto è tratto dal suo testo originale, gli altri sono apparsi in date diverse sulle sue riviste "Better Eyesight Magazine", successivamente alla pubblicazione di "Vista perfetta senza occhiali". Essi chiariscono l'evoluzione della posizione definitiva di Bates sul sole, che è diversa da quanto viene a volte ritenuto ed affermato da chi non ha ancora approfondito a sufficienza l'argomento.  Se ne raccomanda la lettura prima di tentare pratiche azzardate che potrebbero arrecare danni irreversibili ( non è chiaro il perchè di questo cambiamento nel tempo, si possono fare solo delle ipotesi, ma non è questo lo scopo di questa sezione). Il sole, che è un potente agente naturale da sempre utilizzato dalla medicina naturale (ed in quella popolare), può essere dannoso se utilizzato in maniera impropria ed eccessiva. Questo comportamento può essere frequente nei neofiti, che porebbero non aver ancora capito che, secondo il pensiero del Dr. W.H. Bates, NON SONO GLI OCCHI AD ESSERE  "MALATI"!

E' inoltre opinione di molti esperti dell'educazione visiva, che il trattamento con il sole ad occhi chiusi sia più efficace,  in quanto in questo modo la luce solare si diffonde in modo omogeneo, e con la stessa intensità, su una più ampia superfice della retina.
Per meglio capire l'evoluzione nel tempo del pensiero di Bates, basta prestare attenzione alle date degli articoli.
Questo sito, in accordo al VERO pensiero di Bates, così come evoluto nell'esperienza successiva, ed anche in accordo alle recenti scoperte nel campo, NON AFFERMA, NE LASCIA PRESUPPORRE IN NESSUN MODO, CHE IL METODO BATES RICHIEDA DI FISSARE PROLUNGATAMENTE IL SOLE AD OCCHI APERTI !!!

Per ulteriori informazioni vedere anche la sezione  Commenti e FAQ





CAPITOLO XVII. Tratto da: "VISIONE IN CONDIZIONI AVVERSE UN BENEFICIO PER GLI OCCHI"
(Fonte: "La Cura Della Vista Imperfetta per mezzo del Trattamento Senza Occhiali", pubblicato nel 1920).

Questa è la PRIMA VERSIONE di W. H. Bates sul Sunning.

NOTA IMPORTANTE DEL CURATORE ITALIANO: L'esposizione al sole ad occhi aperti, come qui tradotto fedelmente per rispetto letterale della prima edizione originale, può provocare danni irreversibili alla vista, non subito rilevabili! Successivamente alla pubblicazione di "Vista perfetta senza occhiali", la posizione di Bates rispetto all'esposizione al sole cambiò sostanzialmente. Questo emerge dai numerosi articoli, scritti successivamente da Bates stesso, che chiariscono l'evoluzione della sua posizione definitiva sul sole: egli rivide sostanzialmente questa pratica, cancellando l'osservazione diretta del sole a occhi aperti. In accordo a quanto successivamente rivisto da Bates, nonché alle attuali conoscenze mediche, si raccomanda vivamente di non tentare pratiche azzardate che potrebbero arrecare danni irreversibili! Il trattamento con il sole va effettuato sempre ad occhi chiusi: in questo modo la luce solare si diffonde in modo omogeneo, e con la stessa intensità, su una più ampia superficie della retina).

Questa è la traduzione letterale della parte sul sole. Vedere a seguire gli articoli successivi di W. H. Bates.

"Sebbene gli occhi siano stati fatti per interagire con la luce, una paura generale dell’ effetto di questo elemento sugli organi della visione è nutrita sia dalla professione medica che dai profani. Sono prese precauzioni straordinarie nelle nostre case, uffici e scuole per attutire la luce, sia naturale che artificiale, e per assicurarsi che non batta direttamente sugli occhi; vetri color fumo e ambra, visiere, cappelli a falde larghe e ombrellini sono comunemente usati per proteggere gli organi della visione da quello che è considerato un eccesso di luce; e quando un reale disturbo è presente, è comune per i pazienti essere tenuti per settimane, mesi e anni in stanze oscure, con bende sugli occhi.

La prova sulla quale questa universale paura della luce è stata basata è delle più deboli. Nella voluminosa letteratura sulla materia si trova una mancanza di informazione tale che nel 1910 il dr. J. Herbert Parsons del Royal Ophtalmic Hospital di Londra, rivolgendosi ad un convegno della sezione oftalmologica dell’ American Medical Association, si giustificò dicendo che gli oftalmologi, se erano onesti con sé stessi, “devono confessare una ignoranza deplorevole delle condizioni che rendono la luce piena deleteria per gli occhi. Da allora, Verhoeff e Bell hanno riportato una serie esauriente di esperimenti condotti al laboratorio patologico del Massachussetts Charitable Eye and Ear Infirmary, che indicano che il pericolo di danno per l’occhio da parte di una leggera radiazione come quella è stato “veramente molto esagerato”. Che le sorgenti di luce forte qualche volta producano sintomi spiacevoli temporanei non può, certo, essere negato; ma per quel che riguarda sicuri effetti patologici, o un danneggiamento permanente della vista derivante solo dall’esposizione alla luce, i dr. Verhoeff e Bell furono incapaci di trovarle, sia clinicamente che sperimentalmente, qualcosa di natura sicura.

Per quanto riguarda il pericolo derivante dagli effetti del calore della luce, lo considerano” cadere fuori dalla considerazione dell’immediato fastidio prodotto dall’eccesso di calore”. In breve concludono che “ l’occhio nel processo dell’ evoluzione ha acquisito l’abilità di proteggersi sotto condizioni estreme di illuminazione fino ad un grado fino ad ora creduto altamente improbabile”. Nei loro esperimenti, gli occhi dei conigli, scimmie e esseri umani sono esposti per un ora o più a luce di intensità estrema, senza alcun segno di danno permanente, le risultanti sotomata(aree cieche) spariscono entro poche ore. Le luci commerciali sono state trovate interamente prive di pericolo sotto ogni condizione normale di uso. Fu anche trovato impossibile danneggiare la retina con qualsiasi luce artificiale, eccetto che con l’esposizione ad intensità enormemente più intense di quelle che avvengono fuori dal laboratorio. In un caso un animale soccombette al calore dopo un esposizione di un ora e mezza a una lampada nitrogena di 750 watt a 20 cm-circa 8 pollici; ma in un secondo esperimento, nel quale era ben protetto dal calore, non ci fu danno nell’occhio anche dopo un esposizione di due ore. Per quanto riguarda la parte ultravioletta dello spettro, alla quale un’ importanza esagerata è stata attribuita da molti scrittori recenti, la situazione fu trovata essere circa la stessa rispetto al resto dello spettro; cioè “mentre sotto condizioni concepibili o realizzabili di sovraesposizione può esser procurato danno all’occhio esterno, tuttavia sotto tutte le condizioni pratiche trovate nel reale uso di fonti artificiali di luce per l’illuminazione la parte ultravioletta dello spettro può essere trascurata come una possibile fonte di danno”.

I risultati di questi esperimenti sono in completo accordo con le mie osservazione sull’effetto della luce forte sugli occhi. Nella mia esperienza questa luce non è mai stata permanentemente pericolosa. Le persone con una vista normale sono state in grado di guardare il sole per un indefinito arco di tempo, anche un’ora o più, senza nessun fastidio o perdita di vista. Immediatamente dopo erano capaci di leggere la tabella di Snellen col la vista migliorata, essendo la loro vista diventata migliore di quanto è considerato ordinariamente normale. Alcune persone con vista normale accusavano fastidio e perdita di visione quando guardano il sole; ma in questi casi il retinoscopio indica sempre un errore di rifrazione, mostrando che questa condizione è dovuta non alla luce, ma allo sforzo. In casi eccezionali persone con vista difettosa sono state capaci di guardare il sole o hanno pensato di averlo guardato, senza fastidio e senza perdita di vista ;ma, come regola, lo sforzo in tali occhi è enormemente cresciuto e la vista sicuramente abbassata dal guardare al sole, come manifestato dall’inabilità di leggere la tabella di Snellen. Le aree cieche(scotomata) possono svilupparsi in varie parti del campo-due o tre o più. Il sole, invece di apparire perfettamente bianco, può apparire del color dell’ardesia, giallo, rosso ,blu e anche totalmente nero. Dopo aver guardato lontano da sole, si possono vedere macchie di colore di vario tipo e dimensione, continuando per un arco di tempo variabile, da pochi secondi fino a pochi minuti, ore, o anche mesi. In fari un paziente aveva avuto problemi in questo modo dopo un anno o più dopo aver guardato il sole per un po’ di secondi. E’ stata prodotta anche una cecità totale durata un po’ di ore. Possono essere prodotti anche cambiamenti organici . Infiammazione, arrossamento della congiuntiva, opacità delle lenti e degli umoria cqueo e vitreo, congestione e opacità della retina, nervo ottico e coroide, sono tutti risultati del guardare il sole. Questi effetti, comunque, sono sempre temporanei. Gli scotomata, gli strani colori, anche la cecità totale, come spiegato nel capitolo precedente, sono solo illusioni mentali. Non importa se la vista possa essere stata danneggiata dal guardare il sole o quanto a lungo il danno possa essere durato, c’è sempre stato un ritorno alla normalità, mentre un pronto sollievo di tutti gli altri sintomi menzionati ha sempre seguito il sollievo dallo sforzo, mostrando che le condizioni sono il risultato, non della luce, ma dello sforzo. Alcune persone che avevano creduto che i loro occhi fossero permanentemente danneggiati dal sole sono state prontamente curate dalla fissazione centrale, indicando che la loro cecità era stata semplicemente funzionale. Insistendo a guardare il sole, una persona con vista normale presto diventa capace di farlo senza alcuna perdita di vista; ma persone con vista imperfetta di solito trovano impossibile abituarsi alla luce così forte senza che la loro vista sia migliorata tramite altri mezzi. Bisogna essere molto prudenti nel raccomandare di guardare il sole a persone con vista imperfetta; perché sebbene non ne risulti un danno permanente, uò essere prodotto un grande fastidio temporaneo, senza nessun beneficio permanente. In alcuni rari casi, comunque, cure complete sono state effettuate esclusivamente con questi mezzi. In uno di questi casi la sensibilità della paziente, anche alla luce ordinaria del giorno, era così grande che uno specialista eminente si era sentito giustificato a metterle una benda nera su un occhio e a coprire l’altro con un vetro color fumo così scuro da essere quasi opaco. Era stata tenuta in questa condizione di quasi totale cecità per due anni senza nessun miglioramento. Un altro trattamento che si svolse in diversi mesi era fallito nel produrre risultati soddisfacenti. Il risultato immediato fu cecità totale che durò per diverse ore; ma il giorno seguente la vista non fu restituita nella sua condizione precedente, ma era migliorata. Il trattamento del sole fu ripetuto e ogni volta la cecità durò per un periodo minore. Alla fine della settimana la paziente fu capace di guardare direttamente al sole senza fastidio e la sua visione, che era stata 20/200 senza occhiali e 20/70 con essi era migliorata a 20/10, due volte lo standard accettato per la normale visione.

Pazienti di questo tipo hanno ricevuto grande beneficio dal focalizzare i raggi del sole direttamente sugli occhi, ottenendo un sollievo marcato in pochi minuti. Come il sole, una luce elettrica forte può abbassare la vista temporaneamente, ma non produce nessun danno permanente. In quei casi eccezionali nei quali il paziente può diventare abituato alla luce, è benefica. Dopo avere guardato  una luce elettrica forte alcuni pazienti sono stati capaci di leggere la tabella di Snellen in modo migliore. Non è la luce ma il buio che è pericoloso per l’occhio. Una prolungata esclusione dalla luce abbassa sempre la vista, e può produrre serie condizioni infiammatorie Fra i bambini piccoli che vivono in appartamento questa è una causa frequente di ulcera sulla cornea, e alla fine distrugge la vista. Il bambino, trovando i propri occhi sensibili alla luce, li seppellisce nel cuscino e spegne totalmente la luce La universale paura di leggere o fare lavoro di precisione in una luce piena, è , comunque, infondata. Fin quando la luce è  sufficiente per vedere senza fastidio, questa pratica non è solo senza pericolo, ma può essere benefica.

Si suppone che contrasti improvvisi di luce siano particolarmente dannosi per l’occhio. La teoria sulla quale questa idea è basata è riassunta come segue da Fletcher B Dresslar, specialista in igiene della scuola e sanità nell’United States Bureau of Education:

“I muscoli dell’iride sono automatici nei loro movimenti, ma piuttosto lenti. Improvvisi contrasti di luce forte e debole illuminazione sono dannosi e pericolosi per la retina. Per esempio, se l’occhio, abituato a una luce fioca, è subito volto verso un oggetto illuminato brillantemente, la retina riceverà troppa luce e subirà uno  shock prima che i muscoli che controllano l’iride possano reagire per escludere la sovrabbondanza di luce. Se i contrasti non sono forti, ma fatti di frequente, se l’occhio è chiamato a funzionare in questo modo dove adattamenti frequenti sono necessari,  i muscoli che controllano l’iride diventano affaticati, rispondono più lentamente e meno perfettamente. Come risultato, è prodotto uno forzo nel muscolo ciliare  e la retina è iperstimolata. Questa è una causa di mal di testa e occhi stanchi.”

Non vi è prova per supportare questi fatti. Improvvise fluttuazioni di luce senza dubbio causano fastidio a molte persone, ma sono molto lontane dall’ essere pericolose. Le ho trovate molto benefiche in tutti i casi osservati. La pupilla dell’occhio normale, quando ha una vista normale, non cambia apprezzabilmente sotto l’influenza dei cambi di illuminazione; e persone con vista normale non sono danneggiate da tali cambiamenti. Ho visto un paziente guardare direttamente al sole provenendo da una stanza imperfettamente illuminata, e poi, ritornando alla stanza, immediatamente prendere un giornale e leggerlo. Quando l’occhio ha vista imperfetta, la pupilla di solito si contrae nella luce e si espande nel buio ma è stato osservata contrasti fino alla dimensione di una capocchia di spillo nel buio. Che le contrazioni avvengano sotto l’influenza della luce o del buio, la causa è la stessa, vale a dire lo sforzo. Le persone  con vista imperfetta soffrono grandi fastidi, risultanti nell’abbassamento della visione, dai cambiamenti in intensità della luce; ma l’abbassamento della vista è sempre temporaneo  se l’ occhio è permanentemente esposto a queste condizioni, la vista ne beneficia. Pratiche come leggere alternativamente in una luce brillante, o andare da una stanza buia a una ben illuminata, e vice versa, sono da raccomandare,

Anche fluttuazioni così rapide e violente come quelle coinvolte nella produzione di film sono, a lungo andare, benefiche per gli occhio.
Consiglio sempre i pazienti sotto trattamento per la cura  della visione difettosa di andare al cinema frequentemente e pratica re la fissazione centrale. Diventano presto abituati alla luce  guizzante  e successivamente, altra luce e riflessi causano meno fastidio."



Articoli scritti successivamente da W.H. Bates sul trattamento solare: notare il radicale cambiamento nella descrizione delle pratiche.

Better Eyesight - Gennaio 1925 - vol. 9, num.7

Trattamento con il sole.

E’ un fatto ben noto che la costante protezione degli occhi dalla luce del sole, o da ogni tipo di luce, è seguita da debolezza o infiammazione degli occhi o delle palpebre. Bambini che vivono in stanze buie, dove il sole entra raramente, acquisiscono un intolleranza per la luce. Alcuni di loro tengono i loro occhi coperti con le mani, o seppelliscono le loro facce nel cuscino e fanno tutto il possibile per evitare l’esposizione del loro occhi alla luce ordinaria. Ho visto molte centinaia di casi di bambini piccoli portati alla clinica con ulcere alla cornea, che può essere sufficiente a causare la cecità. Mettere questi bambini in una stanza buia è un errore grave. I miei migliori risultati nella cura di questi casi furono ottenuti incoraggiando i pazienti a passare una buona parte del tempo fuori dalle porte, con i loro visi esposti direttamente ai raggi del sole. In un breve periodo questi bambini divennero capaci di giocare e di divertirsi molto di più fuori dalle porte, esposti alla luce del sole, di quando proteggevano i loro occhi dalla luce. Non solo il sole è benefico per i bambini con infiammazione della cornea, ma è anche benefico per gli adulti.

Quando il paziente guarda sufficientemente in basso, la parte bianca dell’ occhio può essere esposta sollevando gentilmente la palpebra superiore, mentre i raggi del sole battono direttamente su questa parte dell’ occhio. Nella maggior parte dei casi è possibile focalizzare la forte luce del sole sulla parte bianca dell’occhio con l’aiuto di una forte lente convessa, facendo attenzione a muovere la luce da una parte all’altra abbastanza rapidamente per evitare il calore. Dopo un tale trattamento, il paziente quasi immediatamente diventa capace di aprire gli occhi alla luce.

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Better Eyesight - Giugno 1926 - vol.10, num.12

Numero sulla cataratta

Gli occhi hanno bisogno della luce del sole. Le persone che lavorano in miniera, dove non c’è il sole, prima o poi sviluppano infiammazioni interne all’ occhio. L’opacizzazione delle lenti da cataratta è affievolita esponendo l’occhio ai diretti raggi del sole. Quando si usa il trattamento col sole, è meglio lasciare che l’occhio si abitui prima al sole tramite un trattamento leggero . Far sedere il paziente su una sedia con gli occhi chiusi e il viso girato verso il sole. Dovrebbe lentamente muovere un po’ la testa da lato a lato. Il movimento della testa previene la concentrazione dei raggi del sole su una parte dell’ occhio. Dopo alcuni giorni di trattamento, o quando il paziente è più abituato alla luce, si può usare la lente di ingrandimento con benefici aggiuntivi. Dire al paziente di guardare molto in basso e mentre lo fa, alzare la palpebra superiore- gentilmente, esponendo la sclera, o parte bianca dell’ occhio. Ora, con l’aiuto della lente d’ingrandimento, focalizzare la luce del sole sulla fronte e sulla guancia, e poi rapidamente passare la luce concentrata sulle varie parti della sclera. Ciò richiede meno di un minuto di tempo. Non è bene fare in fretta Si deve attendere finché il paziente diventa sufficientemente abituato al sole per permettere che la palpebra superiore sia sollevata mente guarda molto in basso, esponendo solo la sclera. E’ importante che il paziente sia avvertito di non guardare direttamente il sole.
 

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Better Eyesight

Ottobre 1926-vol 11, num.4


DOMANDA: Cosa causa il rossore e la sensazione dolorosa dell’ occhio quando è applicata una gran dose di trattamento col sole? Bisognerebbe continuare il trattamento col sole sotto queste circostanze?
RISPOSTA: Fare il trattamento del sole frequentemente per cinque o dieci minuti per volta ogni giorno, aumentando la durata di tempo finché l’occhio non diventa abituato al sole. L’ occhio dovrebbe sempre ricevere beneficio dopo il trattamento col sole, e bisognerebbe sempre essere rilassati. Quando fatto appropriatamente, l’arrossamento e il dolore dovrebbero  scomparire. Se l’ occhio non ne riceve beneficio, è un’ indicazione che ti sforzi mentre ricevi il trattamento. Alterna il trattamento col sole al palming o chiudi gli occhi per riposarli.

D: E’ pericoloso sedere rivolti verso il sole, mentre si legge un libro, ricevendo così il trattamento solare?
R: Sedere rivolti al sole, mentre si legge un libro, non è pericoloso per gli occhi, ammesso che il paziente sia  a suo agio. Alcune persone si sentono a disagio, e ciò produce sforzo,  il sole è poco d’aiuto in queste condizioni.

D: Il trattamento con il sole deve essere continuo per essere efficace, o brevi momenti possono bastare?
R: Il trattamento col sole non deve per forza essere continuo. Brevi periodi sono ugualmente benefici.

D: Riposare gli occhi mediante il palming è una cura più efficace per il dolore del trattamento col sole?
R: Dipende da persona a persona. Alcuni traggono maggiori benefici dal palming, mentre altri ricevono più benefici dal trattamento col sole.

D: Il trattamento col sole dovrebbe essere moderato per il calore del sole- come nei tropici?
R: Fate quanto più trattamento col sole possibile con gli occhi chiusi mentre lentamente muovete un po’ la testa da un lato all’altro per evitare il fastidio del calore. Se doveste sentirvi a disagio o nervosi, abbreviate il tempo in cui è impiegato il trattamento col sole.

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Better Eyesight - Gennaio 1927 - vol. 11, num.7

Uso della lente d’ingrandimento

Usando la lente d’ingrandimento, è bene abituare gli occhi del paziente alla luce forte facendolo sedere verso il sole con gli occhi chiusi e allo stesso tempo dovrebbe lentamente muovere la testa da una parte all’altra per evitare il fastidio dovuto al calore. Abbastanza luce passa attraverso la palpebra  da causare inizialmente ad alcune persone un forte disagio , ma entro poche ore di esposizione in questo modo, diventano capace di aprire in qualche misura gli occhi  senza strizzare le palpebre. Quando questo stadio è raggiunto, si può focalizzare, con l’aiuto di una lente d’ingrandimento, la luce sulle palpebre chiuse, cosa che all’ inizio è molto spiacevole. Quando il paziente diviene in grado di aprire gli occhi, gli si indica di guardare quanto più in basso possibile, e in questo modo la pupilla è protetta dalla palpebra inferiore.

Poi, alzando gentilmente la palpebra superiore, solo la parte bianca dell’ occhio è esposta, mentre i raggi del sole battono direttamente su questa parte dell’ occhio. La lente d’ingrandimento può poi essere usata sulla parte bianca dell’ occhio. Deve essere prestata attenzione a muovere la lente da una parte all’ altra velocemente. Il tempo dedicato a focalizzare la luce sulla parte bianca dell’ occhio non è mai superiore a pochi secondi. Dopo un tale trattamento il paziente quasi immediatamente diventa capace di aprire completamente gli occhi alla luce.

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Better Eyesight - Dicembre 1927- vol.12, num.6
Trattamento col sole.

Una parte importante del trattamento di routine è l’ uso della diretta luce del sole. Il paziente viene fatto sedere verso il sole con gli occhi chiusi, muovendo un pò la testa  da una parte all’altra, e permettendo al sole di battere direttamente sulle palpebre chiuse. Gli viene detto di dimenticarsi degli occhi, di pensare a qualcosa di piacevole e di lasciare la mente vagare da un pensiero piacevole ad un altro. Prima di aprire gli occhi, fare il palming per un po’ di minuti. Quando il sole non brilla, si può sostituire con una luce elettrica forte(1000 watt) . Il paziente siede a sei pollici(15 cm) dalla luce, o il più vicino possibile senza provare fastidio per il calore, permettendole di battere sulle palpebre chiuse come nel trattamento col sole.